Una Valutazione Strettamente Economica della Pratica Cinese di Bruciare Denaro (simbolico)
Sunto
La consuetudine di bruciare denaro finto come offerta simbolica di nutrienti e sostentamento ai propri antenati nell’aldilà viene qui analizzata in termini del suo significato e della sua rilevanza economica. Il tema è trattato da due angolazioni differenti. La prima riguarda l’economia politica del dono, che si occupa degli usi finali ai quali la società destina il suo surplus economico. La seconda è quella dell’istituzionalismo monetario, che cerca di comprendere cosa rappresenti effettivamente la pratica stessa alla luce degli assetti monetari che governano lo scambio economico all’interno della comunità. La tesi è che, a prima vista, la consuetudine sembri rientrare nella categoria di “spesa sontuaria,” in quanto non appare manifestamente utile ad alcun aumento dell’efficienza del sistema. Tuttavia, a un livello più sottile, non è precisamente così per due ordini di ragioni. La prima, perché la consuetudine è abitualmente accompagnata da donazioni secondarie; la seconda, perché, in questo momento donativo, la consuetudine rivela in maniera importante, attraverso la conversione di denaro reale in “denaro simbolico sacrificale,” una proprietà costitutiva ma nascosta del denaro, vale a dire la sua deperibilità.