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Silvio Gesell: la rivoluzione sognata e mai compiuta

Silvio_Gesell_(1895)

Il bilancio di un sogno anarchico dopo trent’anni di militanza

Sunto

In questo saggio, ripercorro la mia esperienza personale dopo aver scoperto il lavoro di Gesell come dottorando a metà degli anni ’90 e aver cercato di diffondere queste idee e questo approccio nei miei scritti, nell’insegnamento universitario e attraverso conferenze nel corso della mia carriera accademica e oltre. Si tratta essenzialmente di una storia di fallimenti dovuti a una serie di ostacoli che qui, sotto forma di rubriche, punteggiano la narrazione. Questi ostacoli sono stati 1) l’ostilità veemente, militante e prevedibile del Sistema, attraverso i suoi custodi accademici, verso qualsiasi forma di spinta concreta alla riforma monetaria; 2) il concomitante effetto repellente dei dispositivi intellettuali incorporati nell’apparato discorsivo del Sistema, vale a dire l’ortodossia marxiana/marxista, keynesiana e austriaca; 3) il narcisismo e l’egomania invidiosa della maggior parte dei pensatori periferici e dei sedicenti riformatori geselliani –tutti ben consapevoli del grande potenziale di cambiamento che si profila alla luce della profonda disfunzionalità fisiologica del nostro sistema monetario, ma tutti troppo interessati a trarre vantaggio personale da un’eventuale apertura al cambiamento riformista, e quindi troppo egoisti per formare il fronte unitario che sarebbe altrimenti necessario per portare avanti questa rivoluzione; e infine, 4) la spinosa questione in esame, l’economia monetaria stessa, la cui indagine è irta di problemi difficili, nonché resa difficoltosa dalle sabbie mobili di una storia lunga, intricata e in gran parte occultata.