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Nemesi Scandinava

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L’ideale nordico di Thorstein Veblen smentito dal trionfo di IKEA

Sunto

Thorstein Veblen (1857-1929), il più importante scienziato sociale dell’era moderna, deve la sua grandezza all’essere stato il primo esploratore moderno, non dichiarato, del mondo spirituale, i cui domini inesplorati ha mappato con l’obiettivo di gettare le basi dell’analisi economica. Sembrava sottintendere che la strada verso la giustizia, la bellezza e il bene comune per l’umanità potesse essere percorsa solo da una stirpe libera dalla contaminazione del barbaro animismo, dalla trepidazione superstiziosa e dalla paura irrazionale. Il bene e il bello potevano provenire solo da un gruppo di uomini e donne che comprendevano la vita sociale in termini di pace, arti e scienze, e il miglioramento della loro sorte attraverso la scoperta tecnologica. La fortuna del gruppo dipendeva quindi dalle previsioni tabulate di un consiglio di ingegneri, il cui compito era quello di gestire correttamente l’industria meccanica. Un mondo senza abilità commerciale, finanza, affari, confronti invidiosi, governo dinastico, rococò cattolico e tirannia giudaico-cristiana è l’utopia nordica della liberazione scandinava immaginata da Veblen per rimediare ai fallimenti del culto antropomorfo dell’Europa meridionale e del mammonismo anglo-americano. Tuttavia, IKEA, la recente storia di successo svedese, ha mantenuto le promesse vebleniane di purezza estetica e parsimonia non attraverso i dettami di ingegneri-re, ma proprio nell’ambito dell’assetto aziendale che Veblen aveva analizzato e condannato con veemenza per tutta la vita.

Questa è la versione estesa del saggio intitolato “The Captain”