Gli economisti cosmopoliti contro i nazionalisti
Sunto
Dalla difesa del libero scambio e della supremazia agraria di Adam Smith ai programmi protezionistici di Alexander Hamilton e dei Carey, questo studio traccia un dibattito transatlantico sull’industrializzazione e la politica nazionale. Mentre Smith celebrava la produttività manifatturiera, consigliava alle colonie di rimanere agricole, importando manufatti dalla metropoli. La modesta concessione di Mill alle industrie nascenti lasciò il modello del libero scambio sostanzialmente intatto. List e Hamilton hanno riformulato la questione in chiave storica, mettendo in luce l’ascesa protezionista della Gran Bretagna e sottolineando l’importanza della tecnologia, dei vantaggi del primo arrivato e dell’intervento statale. I Carey hanno dimostrato la sistematica soppressione da parte della Gran Bretagna dei manufatti coloniali e i termini di sfruttamento dello scambio agrario-industriale. Per i nazionalisti, un vero sviluppo richiedeva la crescita parallela dell’agricoltura e dell’industria, con la sovranità e la difesa che prevalevano sulla promessa cosmopolita di un commercio senza ostacoli.